I Fiordi Occidentali e gli Altopiani Centrali d'Islanda

Esistono poche proposte dedicate ai Fiordi Occidentali d'Islanda. Questa regione è infatti poco abitata e poco conosciuta. Gli islandesi dichiarano sempre che i Fiordi non sono pronti per accogliere i turisti e che presto realizzeranno grandi progetti per rendere questa regione più facilmente accessibile. In realtà questo non avviene. Sono fatti così. Considerano i Fiordi il loro ultimo segreto e, senza dichiararlo, intendono difenderli dal turismo di massa, a volte aggressivo. Del resto, oltre a scenari di commovente bellezza, a scogliere fra le più alte ed estese del pianeta, oltre ad un paesaggio unico al mondo i Fiordi sono fatti di elementi effettivamente delicati: piccoli villaggi ancora abitati, sorgenti calde che verrebbero compromesse rapidamente se pullman provenienti da Reykjavík vi riversassero centinaia di bagnanti ogni giorno.




Un esempio lampante.
Ai primi di novembre del 2009 ero in una libreria di Reykjavík a sfogliare una nuova pubblicazione in islandese dal titolo (già tradotto per voi...) "Sorgenti calde in Islanda". Alla cassa il commesso mi osserva con occhio serio ed inquisitorio: "Questo libro è in islandese, se n'è accorto?" Rispondo: "Certo, grazie, ma mi interessa ugualmente". Insiste: "E' sicuro di riuscire a leggerlo?". "No, non leggerò tutto il testo perché conosco poche parole di islandese, ma guarderò le mappe e le immagini, sarà sufficiente." Finalmente esce allo scoperto: "Senta, questo libro parla di posti che per noi sono quasi segreti, specialmente nei Fiordi. E' davvero necessario per lei acquistarlo?" Sorridendo faccio del mio meglio per dimostrare di comprendere le sua apprensione: "Amo l'Islanda come il mio Paese. Non si preoccupi, rispetterò quei luoghi e chiederò alle persone che accompagno di fare altrettanto. Porto nei Fiordi solo pochi viaggiatori. Non lasceremo alcuna traccia." Lui, convinto e sorridente, decide di fidarsi e accetta di vendermi il libro: "Va bene, ma, mi creda, spero davvero che questo libro non venga mai tradotto, mi raccomando."
E' bellissimo, a volte, avere a che fare con gli islandesi.
Se pensiamo ai Fiordi ci viene in mente la sagoma del vulcano Snæfellsjökull, un cono perfetto perennemente coperto di neve che sembra sorgere dal mare e che ospita rocce dalle forme bizzarre fino in vetta. Che questa montagna avesse un che di magico l'aveva capito anche Jules Verne che qui aveva collocato l'ingresso per il suo "Viaggio al centro della Terra". Poi pensiamo alla scogliera di Látrabjarg, un muro verticale alto fino a quattrocento metri e lungo quattordici chilometri che si getta a picco nell'oceano. In estate è un paradiso, ma in inverno è una delle coste più isolate, irraggiungibili e ostili d'Europa.
Sentite questa storia vera.
In un giorno di tempesta, un giorno qualsiasi di un autunno come tanti negli anni '60 a Látrabjarg si stava girando un documentario su un episodio realmente accaduto vent'anni prima: un vascello era finito in avaria proprio alla base della scogliera e gli abitanti dei villaggi si erano prodigati in condizioni ambientali impossibili, rischiando la vita, per trarre in salvo i marinai. I discendenti di quei coraggiosi islandesi dei Fiordi erano stati convocati in un giorno di burrasca a Látrabjarg insieme con alpinisti, attori e operatori per ripetere quei gesti e permettere la realizzazione del documentario. Ebbene, mentre si iniziava a girare la prima scena sulla parete di Látrabjarg gli attori si accorsero che una piccola nave si stava pericolosamente accostando alla scogliera in balia dei flutti. La scena si stava ripetendo, identica, come vent'anni prima, proprio in quel momento. Attori e comparse si trovarono a ripetere davvero le operazioni di soccorso, calandosi lungo la scogliera, ma non si trattava di finzione. Il documentario, effettivamente realizzato con scene vere, è oggi visibile in un piccolo museo. Quella nave, nella disgrazia del naufragio, aveva avuto la fortuna di trovarsi in quel punto, proprio in quel momento. Solo queste incredibili circostanze hanno permesso ai membri di quel minuscolo equipaggio di sopravvivere.
Nel 2009 abbiamo scoperto il modo di percorrere tutta la scogliera di Látrabjarg camminando sempre in discesa. In condizioni meteo favorevoli è un'esperienza indimenticabile, anche perché non si incontrano altri esseri umani.
Pensando ai Fiordi ci vengono in mente anche le sorgenti calde, come già detto, a volte minuscole pozze in riva al mare con acqua a 40 gradi e le cascate che sembrano nascere dal nulla in cima agli altopiani.
Quando ti svegli al mattino, nei Fiordi, fatichi un po' prima di realizzare che sei davvero a pochi chilometri dal circolo polare artico, specialmente a Breiðavík e a Rauðisandur. Queste baie, infatti, si prestano a bagni oceanici davvero improbabili. Unisci una bella giornata di sole con quelle immense distese di farina conchiglie e...tuffarti sarà naturale.
Questo è il nostro viaggio in Islanda dedicato ai Fiordi Occidentali e all'Islanda Centrale.

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